Prepararsi al futuro: la mappa dei bisogni

Una ricerca condotta da Swg per conto di Zurich Italia individua le aspettative degli italiani. Aumenta la sensibilità verso i temi della salute, della non autosufficienza, dei caregiver e della sostenibilità del welfare, insieme alla necessità di disporre di adeguati servizi sanitari.

Che cosa si aspettano gli italiani dal futuro prossimo venturo? Come ritengono cambieranno le loro condizioni di vita e come intendono proteggersi? L’attuale precaria situazione non consente certo di essere ottimisti, tant’è vero che aumenta il sentiment sia di incertezza (dall’attuale 45,3% al previsto 47,1%), sia
di paura (dal 16,4% al 21,2), ma per fortuna non viene meno la speranza, che passa dal 28,8% al 36,8%. È quanto emerge dalla ricerca, condotta da Swg per conto di Zurich Italia, su “Tra risparmio e salute: la nuova mappa dei bisogni di protezione degli italiani”.

Condotta su un campione di oltre 2.000 cittadini tra i 25 e i 65 anni, ha evidenziato come a preoccupare maggiormente siano soprattutto i bisogni sanitari (82%), seguiti dai problemi causati dal calo di popolazione in età lavorativa (80,2%), dal trend demografico (78,7%) e dall’invecchiamento (77,3%), che già oggi hanno pesanti conseguenze su sanità e previdenza.

Ne risentono, infatti, le personali capacità economiche, messe a dura prova sia per il costo delle spese ordinarie (84,5%), sia di quelle legate alla casa (65,2%), come pure per la gestione di figli e familiari (61,1%) e, infine, per garantire lo stato di salute.

Le spese sanitarie, per ospedali, medici e farmaci sono oggi al quarto posto tra le preoccupazioni. Ma, partendo da queste difficoltà, che cosa si aspettano gli italiani dal futuro? Il budget personale di spesa vede allora salire al primo posto proprio le spese per la salute (aumenteranno per il 48,4% degli intervistati), seguito da bollette e spese ordinarie (46,7%), dalle spese per familiari e figli (41,2%) e per i costi della casa, cioè affitto, mutuo e manutenzione (33,6%). L’aspettativa della maggioranza è legata a un aumento o, al massimo, al mantenimento delle attuali spese, mentre solamente una minuta minoranza ritiene che i costi diminuiranno. Più che giustificato allora è quel senso d’incertezza sul futuro che abbiamo visto prevalere.

Cresce il desiderio di protezione

Più ancora della disoccupazione, citata dal 40,1% degli intervistati, è il timore di non essere più autosufficienti a preoccupare gli intervistati (52,1%), seguito dal pericolo di diventare invalidi con bisogno di cure onerose (49,4%) e dalla disabilità dei figli (44,8%). E ancora sono l’invalidità fisica (62,3%), la malattia mentale (49,8%) e l’impoverimento economico (41,6%) a preoccupare maggiormente, molto più rispetto alle conseguenze connesse con la vecchiaia, come la solitudine (27,7%), la morte (22,11%) e l’inattività (8,6%).

Sono tutte possibilità che il futuro può purtroppo riservare, e che fanno crescere la consapevolezza di aver bisogno di uno scudo protettivo, per poter far fronte all’ulteriore costo, rispetto a quelli già ipotizzati, di un aiuto esterno. Un bisogno che spesso coinvolge direttamente anche i caregiver familiari, che in Italia sono oltre 7 milioni, che vivono questa responsabilità come un impegno solitario e totalizzante.

La ricerca Swg evidenza, inoltre, che la spesa media mensile per una badante viene stimata dal 38,4% degli intervistati tra 1.000 e 1.500 euro, e dal 26,6% tra i 1.500 e i 2.000 euro (mentre la spesa media reale è indicata in 1.432 euro al mese), previsioni che crescono però con l’aumentare dell’età degli intervistati. Da qui la necessità di prevedere forme di protezioni future: alla domanda: “ha mai pensato a stipulare un prodotto assicurativo”, molti intervistati rispondono:
“no, ma potrei valutare di farlo”, e il 44,6% cita i fondi pensione integrativi, il 45,6% la polizza malattia, il 44% la polizza infortuni, e il 42,2% per la polizza vita.

Aumenta, insomma, la consapevolezza di come sia necessario proteggersi da un futuro sempre più incerto, tant’è vero che la polizza assicurativa supera oggi, per la prima volta, l’investimento immobiliare come strumento ritenuto migliore a supporto economico per il futuro. Infatti, tra i vari dispositivi indicati a protezione da eventuali imprevisti, l’intervistato individua nell’ordine una rete familiare solida (43,2%), seguita da un fondo pensionistico (34,9%) e da una
polizza assicurativa (29,8%), mentre un immobile da mettere a rendita arriva soltanto in quarta posizione, con il 24,6%.

“Occorre guardare con lungimiranza -suggerisce Renato Antonini, ceo di Zurich Investiments Life- agli impatti che la longevità e il calo demografico avranno sulla sanità, costruendo basi solide per il proprio domani e per quello della propria famiglia”.

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